lunedì 6 febbraio 2012

No Alle Discariche. Ne nel Castagnaro ne Altrove

UNIAMO LE VERTENZE TERRITORIALI

SOLIDARIETA’ AI COMITATI , AI MOVIMENTI, AI CITTADINI CHE SI OPPONGONO ALLA DEVASTAZIONE DEI TERRITORI  ,DELL’AMBIENTE E DELLA  SALUTE.

Il coordinamento campano per la gestione pubblica dell’acqua e il  comitato Acqua bene comune area flegrea

ADERISCONO E PARTECIPANO AL CORTEO CONTRO LA DISCARICA DEL CASTAGNARO.

Ancora una volta si impongono decisioni scellerate , devastanti,  sulla testa e sulla pelle dei cittadini.

Decisioni politicamente sbagliate ( ciclo industriale e non invece un ciclo virtuoso dei rifiuti), tecnicamente sbagliate ( compost fuori specifica , non sicuro, in deroga alle leggi di tutela, e non invece come sosteniamo da anni semplice separazione a monte dell’umido dal secco utilizzando a valle  impianti di compostaggio), continuo boicottaggio della raccolta differenziata per favorire la scelta inceneritorista.

Insomma il re è nudo , e per  difendersi impone la sospensione della democrazia, e la militarizzazione dei territori.

Noi pensiamo anche che la logica che guida questa strategia dell’emergenza e della cancellazione della democrazia sia la stessa per tutte le politiche di mercificazione, privatizzazione, cementificazione dei suoli,  e imposizione  delle grandi opere che si intendono realizzare per promuovere la cosidetta “ crescita”. C’è un disegno unitario che vuole mantenere inalterato il modello liberista  e l’accumulazione originaria. In questo modo l’intreccio affari-politica-camorra che ha dominato la scena pubblica nel sud del paese e ora non solo nel sud , continua ad alimentarsi.

Per uscirne, per uscire dalla crisi, bisogna alzare lo sguardo, unire le lotte, trovare le connessioni tra le resistenze comunitarie alla strategia della shock-economy e della sospensione di democrazia che ci vogliono imporre.

Riteniamo che le lotte per l’acqua pubblica e partecipata, per un ciclo virtuoso dei rifiuti fondato sulla 4 R, per la difesa del paesaggio e del suolo fertile, per una mobilità leggera e non invasiva, per un energia pulita , per un economia solidale e sostenibile  debbano ora senza altra esitazione trovare un percorso comune che riparte da un ritrovato dibattito pubblico sul significato e sull’esigibilità dei beni comuni.

Per questo motivo ed altri ancora , siamo qui a Quarto, come in molti altri posti della nostra Campania infelix, a dire che non ci arrenderemo.

aderiscono e partecipano alla manifestazione/corteo contro la realizzazione di una  discarica   a Castagnaro:

Coordinamento Campano per la gestione pubblica dell’acqua,

Comitato ABC Acqua bene comune area flegrea

CortoCircuito flegreo Associazione della filiera corta flegrea

AltroModo flegreo laboratorio per la cittadinanza attiva

FINALMENTE PIOVE, MA IN TANTE CASE PALESTINESI MANCA L’ACQUA
Nei Territori occupati l’acqua è sotto pieno controllo israeliano e i palestinesi, a differenza dei coloni, ne hanno limitato accesso. L'esperienza di Betlemme.

ELENA VIOLA

Beit Sahour (Cisgiordania), 02 febbraio 2012, Nena News – La scarsa disponibilità d’acqua è un problema comune a tutte le comunità palestinesi in Cisgiordania ma alcune realtà sono più colpite di altre. Il distretto di Betlemme – che comprende al suo interno i centri di Betlemme, Beit Sahour, Beit Jala, Ad Doha e Al Khader e i campi di rifugiati di Aida, Dheisheh e Al Azza – è in cima a questa ben poco onorevole lista.

“La stagione estiva è un vero e proprio disastro per noi”, afferma il Direttore Generale del Distretto dell’Acqua di Betlemme, Dottor Simon Lagare. “Quest’ufficio è letteralmente inondato di gente che si lamenta per la totale mancanza d’acqua in casa ed è frustrante per noi dover ammettere che non si può far niente per aiutarli. Balbettiamo scuse dopo scuse ma la realtà è che non possiamo dare loro ciò che vogliono – l’acqua, per l’appunto”.

Nel distretto di Betlemme, l’acqua è distribuita dalle autorità palestinesi locali che a loro volta la ricevono dal Dipartimento dell’Acqua della Cisgiordania, situato in Area C, a nord-est di Betlemme, sotto controllo israeliano. Questo bacino artificiale condivide le sue risorse acquifere con Mekorot, la compagnia nazionale israeliana per l’acqua, ma, a causa di alcune clausole contenute negli Accordi di Oslo che prevedono per i palestinesi il solo utilizzo della poco produttiva fascia compresa tra il suolo e i 130m di profondità come zona di estrazione, il distributore d’acqua ufficiale palestinese è costretto ad acquistare dell’altra acqua dai pozzi israeliani per supplire alla deficienza delle sue personali riserve.

Secondo le statistiche ufficiali, Israele ha il controllo sul 70% delle risorse acquifere palestinesi in Cisgiordania. Se i palestinesi non hanno accesso ad un’equa porzione d’acqua e sono affetti dalla mancanza d’acqua dei loro distributori ufficiali, non si può certo dire che i vicini coloni israeliani condividano le stesse pene.

“Sei mai stata all’interno di un insediamento israeliano?”, domanda Charlie, un giovane residente nel centro storico di Betlemme. “Se avrai mai l’occasione, noterai il lusso nel quale vivono i coloni. Hanno splendidi giardini, piscine colme fino all’orlo. E sicuramente non badano all’acqua che normalmente usano per lavarsi, pulire o far giardinaggio, come invece siamo costretti a fare noi.”

La falda acquifera occidentale è l’unica e sola risorsa d’acqua rimasta ai palestinesi mentre Israele può servirsi di altre due falde sotterranee oltre a questa. Ciò detto, e tenendo presente che i palestinesi costituiscono la gran maggioranza dei residenti della Cisgiordania, annualmente Israele consente ai palestinesi il solo utilizzo del 20% dell’acqua disponibile.

Come Charlie afferma, “se in futuro gli israeliani riterranno che le loro risorse d’acqua non sono sufficienti, non dovranno far altro che chiudere il tappo del pozzo dal quale ci serviamo oggigiorno per godere anche del nostro limitato quantitativo.”

Il momento più duro da affrontare per i palestinesi in termini di disponibilità d’acqua è la calda e secca estate. L’intero distretto di Betlemme è affetto da una prolungata mancanza d’acqua e, nonostante la situazione sia differente a secondo del ceto di provenienza e della zona in cui si abita, ognuno deve pagarne il prezzo.

Majdi, il proprietario di un noto negozio di manufatti beduini nel centro di Betlemme, spiega come la scorsa estate abbia dovuto acquistare quattro taniche d’acqua da rivenditori privati israeliani perché l’intera zona non ha visto una singola goccia d’acqua per un mese e mezzo. “Il prezzo per ognuna di queste taniche era stato caricato del 300% rispetto al prezzo originale ma non potevo fare altrimenti.”

Un altro motivo di screzio tra compaesani riguarda l’allocazione dell’acqua disponibile. Alberghi, ristoranti e alcune fabbriche dipendono dall’acqua per la loro stessa sopravvivenza e, per questo motivo, fanno ciò che possono – anche pagare somme esorbitanti di denaro ai distributori privati – per accaparrarsi la fetta maggiore.

“Betlemme e Beit Sahour ricevono molta più acqua di noi – dice Akram, un giovane cha abita nel campo rifugiati di Aida – D’estate normalmente riceviamo l’acqua per non più di 12 ore al giorno”.

Wisam Hasanat, membro dello staff dell’Ibdaa Centre nel campo di rifugiati di Dheisheh, menziona un tragico caso accaduto nell’estate del 2009. “L’acqua che perveniva alle nostre case era piena di feci e urina – dice Hasanat – e questo a causa di un sistema di condutture risalente al 1972, che era stato costruito accanto alle fognature e attraverso le cui crepe filtrava l’acqua di scarico.”

Solamente quando i residenti del campo cominciarono ad accusare malesseri dovuti all’acqua sporca e puzzolente e scatenarono animate proteste, le autorità palestinesi e l’UNRWA decisero di riunire una commissione per affrontare la crisi.

“Alla fine abbiamo ottenuto un nuovo condotto – continua Hasanat – ma a tutt’oggi non si è presentata nessuna commissione a stimare la qualità dell’acqua che entra nelle nostre case”. Il campo dipende dall’acqua venduta dai rivenditori privati, che solo raramente la filtrano prima di distribuirla, e per questo motivo il problema è ben lontano dall’essere risolto.

Alla fine di gennaio avrà inizio un progetto di riabilitazione dell’intero sistema di distribuzione dell’acqua nell’area di Betlemme e dintorni con la supervisione del Programma Francese per lo Sviluppo. Secondo il piano stabilito si costituiranno quattro nuovi bacini artificiali e alcune stazioni di pompaggio dell’acqua.

“Anche se il nuovo sistema dovesse funzionare perfettamente – dice il Dottor Lagare – gli israeliani non ci garantiranno mai il quantitativo d’acqua del quale abbiamo bisogno, e che ci spetta di diritto, per vivere degnamente”.

“Se, secondo la definizione, uno stato è ‘perseguibile’ solo se garantisce sicurezza, confini e risorse – aggiunge – senz’acqua, la principale risorsa, la Palestina deve abbandonare qualsiasi velleità di diventarlo mai”. 
Fonte: Nena News

APPROFONDIMENTI SU ACQUA E PALESTINA: Link
Dal 14 al 17 Marzo si svolgerà a Marsiglia il FAME (Forum Mondiale Alternativo dell'acqua) organizzato da movimenti e organizzazioni in difesa dell'acqua pubblica.
Infatti, in quelle stesse giornate, le grandi multinazionali dell'acqua organizzano il 6° incontro (World Water Forum) in cui cercherannno, ancora una volta, di indicare la via della privatizzazione e della produzione di profitti.

Il Forum italiano sarà presente in Francia, insieme a delegazioni di tutto il mondo,non solo per affermare la propria contrarietà ma per ribadire l'alternativa possibile e manifestare per le strade di Marsiglia.
Maggiori informazioni e il programma al link  oltre che sul questo sito dedicato: http://www.fame2012.org/it/
 
Per chi è interessato/a a venire a Marsiglia troverete sul sito la pagina dove iscriversi:

http://www.fame2012.org/it/programma/registrazione/

Durante il mese di Febbraio si svolgeranno in Italia una serie di appuntamenti di presentazione ed organizzazione del FAME.
Gli incontri saranno:

- 31 Gennaio - Trento
- 3/4 Febbraio - Milano
- 18 febbraio - Pescara

domenica 4 dicembre 2011

Rete europea per l'Acqua




Napoli 10 e 11 dicembre 2011 - Programma

A Napoli per Costituire una rete europea per l'acqua








Programma 10-11 dicembre 2011*

Castel dell'Ovo, Napoli

"Verso la costruzione della rete europea dell'acqua bene comune"

SABATO 10 DICEMBRE
ore 10,15-10,30 saluti e apertura dell'assemblea

ore 10,30-13,45 prima sessione: "La piattaforma condivisa della Rete: quali elementi e obiettivi comuni del movimento europeo per l'acqua?"

ore 13,45-14,45 pausa pranzo

ore 14,45-19 seconda sessione: "Come costruire la Rete? Il percorso, l'organizzazione, le prossime tappe (fra cui il FAME di Marsiglia)"

DOMENICA 11 DICEMBRE
ore 9-14: terza sessione "Quali strumenti per realizzare gli obiettivi comuni? Campagne, iniziative dei cittadini europei, petizioni etc


* Tutte le sessioni saranno tradotte in simultanea in inglese, francese ed italiano

Sono previsti coffee-break nel corso della discussione
Scarica il programma (link)


INFORMAZIONI LOGISTICHE
L'incontro si svolgerà presso Castel dell'Ovo, Via Eldorado, 3 Napoli (vedi mappa).

Per arrivare dall'aeroporto di Capodichino:
Prendere l'Alibus e scendere a P.zza Municipio. Da qui bus R3 (o equivalente) in direzione Mergellina, fermata piazza Vittoria.

Per arrivare dalla stazione centrale di piazza Garibaldi:
- metropolitana in direzione Pozzuoli con fermata a piazza Amedeo* o Napoli Mergellina;
- bus 601 per piazza Vittoria;
*(da piazza Amedeo si può raggiungere la sede con una passeggiata a piedi)

per l'ospitalità potete consultare il sito dell'Ostello per la Gioventù e prenotare direttamente con convenzione per il convegno. Questi i costi:

Camerata 4 letti, con bagno: euro 16,00
Camera doppia, con bagno: euro 19,00
Camera doppia, uso singola, con bagno: euro 25,00

Per arrivare all'Ostello: dall'areoporto di Capodichino prendere l'ALIBUS fino a Piazza Garibaldi, dove si trova la stazione Centrale, al cui interno puoi prendere la metro linea 2 direzione Pozzuoli e scendere a Mergellina, la quarta fermata.
Quando esci dalla stazione vai a destra prima del Tunnel sempre sulla destra c'è una salita in cima alla quale c'è l'ostello.

 

mercoledì 16 novembre 2011



IL 26 NOVEMBRE IN PIAZZA PER L’ACQUA. I BENI COMUNI E LA DEMOCRAZIA
PER IL RISPETTO DELL'ESITO REFERENDARIO, PER UN'USCITA ALTERNATIVA DALLA CRISI

Roma, ore 14.00 - Piazza della Repubblica

PARTENZE:
DA NAPOLI ORE 8e30 Piazza Garibaldi
Contattare Raphael 3290078243/ Roberto 3494937990
Mail: acquanapoli.26novembre@yahoo.it
DA SALERNO tel: TEL. 3283630786



Leggi l'appelllo:

Il 12 e 13 giugno scorsi la maggioranza assoluta del popolo italiano ha votato per l'uscita dell'acqua dalle logiche di mercato, per la sua affermazione come bene comune e diritto umano universale e per una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico.
Un voto netto e chiaro, con il quale 27 milioni di donne e uomini, per la prima volta dopo decenni, hanno ripreso fiducia nella partecipazione attiva alla vita politica del nostro paese e hanno indicato un'inversione di rotta rispetto all'idea del mercato come unico regolatore sociale.
Ad oggi nulla di quanto deciso ha trovato alcuna attuazione: la legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua continua a giacere nei cassetti delle commissioni parlamentari, gli enti locali - ad eccezione del Comune di Napoli - proseguono la gestione dei servizi idrici attraverso S.p.A. e nessun gestore ha tolto i profitti dalla tariffa.
Non solo. Con l’alibi della crisi e dei diktat della Banca Centrale Europea, il Governo ha rilanciato, attraverso l’art. 4 della manovra estiva, una nuova stagione di privatizzazioni dei servizi pubblici locali, addirittura riproponendo il famigerato”Decreto Ronchi” abrogato dal referendum.
Governo e Confindustria, poteri finanziari e lobbies territoriali, resisi conto che il popolo ha votato contro di loro, hanno semplicemente deciso di abolire il popolo, producendo una nuova e gigantesca espropriazione di democrazia.
IL RISULTATO REFERENDARIO DEVE ESSERE RISPETTATO
E TROVARE IMMEDIATA APPLICAZIONE
Per questo, il movimento per l’acqua si prepara a lanciare la campagna nazionale “Obbedienza civile”, ovvero una campagna che, obbedendo al mandato del popolo italiano, produrrà in tutti i territori e con tutti i cittadini percorsi auto organizzati e collettivi di riduzione delle tariffe dell’acqua, secondo quanto stabilito dal voto referendario.
Quello che avviene per l’acqua è solo il paradigma di uno scenario più ampio dentro il quale si colloca la crisi globale. Un sistema insostenibile è giunto al capolinea. I poteri forti invece di prenderne atto invertendo la rotta, ne hanno deciso la prosecuzione, attraverso la continua restrizione del ruolo del pubblico a colpi di necessità imposte dalla riduzione del debito e dai patti di stabilità, la consegna dei beni comuni al mercato, tra cui la conoscenza e la cultura, lo smantellamento dei diritti del lavoro anche attraverso l'art. 8 della manovra estiva, la precarizzazione dell’intera società e la conseguente riduzione degli spazi di democrazia.
Indietro non si torna. Dalla crisi non si esce se non cambiando sistema, per vedere garantiti: il benessere sociale, la tutela dei beni comuni e dell’ambiente, la fine della precarietà del lavoro e della vita delle persone, un futuro dignitoso e cooperativo per le nuove generazioni.
Un altro modello di società è necessario per l’intero pianeta. Insieme proveremo a costruirlo anche nei prossimi appuntamenti internazionali, come la conferenza sui cambiamenti climatici di Durban di fine novembre e a Marsiglia nel Forum Alternativo Mondiale dell'acqua a Marzo 2012.
Siamo vicini ai popoli che subiscono violenze, ingiustizie e vengono privati del diritto all’acqua come in Palestina, di cui ricorre il 29 novembre la Giornata internazionale di solidarietà proclamata dall’Assemblea della Nazioni Unite.
Per tutti questi motivi il popolo dell’acqua tornerà in piazza il prossimo 26 novembre e invita tutte e tutti a costruire una grande e partecipata manifestazione nazionale.
Vogliamo che sia il luogo di tutte e di tutti, da qui l’invito a costruirlo insieme, come sempre è stata l’esperienza del movimento per l’acqua. Un movimento che ha sempre praticato la radicalità nei contenuti e la massima inclusione, con modalità condivise, allegre, pacifiche e determinate nelle forme di mobilitazione, considerando le une inseparabili dalle altre.
Per questo, nel prepararci a costruire l’appuntamento con la massima inclusione possibile, altrettanto francamente dichiariamo indesiderabile la presenza di chi non intenda rispettare il modo di esprimersi di questa ricchissima esperienza.
Vogliamo costruire una giornata in cui siano le donne e gli uomini di questo paese a riprendersi la piazza e la democrazia, invitando ad essere presenti tutte e tutti quelli che condividono questi contenuti e le nostre forme di mobilitazione, portando le energie migliori di una società in movimento, che, tra la Borsa e la Vita, ha scelto la Vita.
E un futuro diverso per tutte e tutti.

martedì 25 ottobre 2011

Comunicato Comitato Acqua Napoli su delibera trasformazione ARIN Spa in azienda speciale ABC Napoli


Mercoledi 26 ottobre si riunisce il Consiglio Comunale per votare la delibera di giunta del 23 settembre per l'istituzione dell'azienda speciale Acqua Bene Comune Napoli.

Finalmente dopo 7 anni di mobilitazione di contrasto alle politiche di privatizzazione del SII nell'Ambito territoriale ottimale Napoli-Caserta (ATO2) e grazie alla vittoria nei referendum dei 12 e 13 giugno scorsi arriviamo a poter salutare la trasformazione dell'ARIN Spa (società per azioni) in ABC Napoli, azienda speciale senza scopo di lucro e sottoposta alla pratica delle gestione dell'acqua quale Bene Comune. 
Arriviamo alla data del 26 ottobre, partendo dal 2004 quando i comitati per l'acqua pubblica di Napoli iniziarono una dura battaglia per evitare che l'acqua di circa 3 milioni di cittadini finisse nelle mani delle multinazionali.

Napoli è il primo esempio in Italia, a pochi mesi dal referendum, di riconversione da Spa in Azienda Speciale, esempio che speriamo sia seguito da altre amministrazioni.

Siamo però preoccupati per le sorti dei lavoratori e lavoratrici delle aziende controllate da ARIN e chiediamo all'amministrazione di chiarire la posizione che assumerà nei confronti di dette aziende, evitando in particolare che nel processo di trasformazione avvenga una dismissione delle attività attualmente in capo ad altre aziende ma inserite a pieno titolo nel sistema idrico integrato, come nel caso della Net Service Spa minacciata di cessione ad altro gruppo industriale.

Per i cittadini napoletani ed i comitati che hanno promosso i referendum è solo l'inizio, la sfida sarà nel garantire reale e sostanziale partecipazione nella gestione del Servizio Idrico Integrato da parte della comunità di cittadini e lavoratori.

Con la volontà dei 27 milioni di italiani che il 12 e 13 giugno hanno espresso il 95% dei Sì contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali (acqua, trasporti e rifiuti) e contro i profitti sull'acqua, continueremo a costruire reti con altri soggetti che si oppongono alle politiche neo liberiste che hanno prodotto l'attuale crisi economica.

E' solo l'inizio, i comitati continueranno a vigilare per la piena applicazione della volontà popolare.

Comitato Acqua Pubblica Napoli

Il fallimento della Staffetta dell'Acqua: gli italiani non credono più alle bugie di Federutility


A partire dal mese di settembre Federutility ha organizzato la cosiddetta “Staffetta dell'Acqua” che partita da Genova nell'ambito del Festival dell'Acqua doveva toccare Reggio Emilia, Torino, Venezia, Ancona, Firenze, Potenza, Palermo, Udine, Assago, Milano, Roma e Bari.



La Staffetta dell'Acqua, definita “in continuità coi referendum”, ha avuto un fine truffaldino e mistificatorio. A Federutility aderiscono infatti molte Società per Azioni (anche quotate in borsa) che nulla hanno a che vedere con la gestione pubblica dell'acqua, essendo quelle che speculano e fanno profitti sull'acqua. Non a caso Federutility e le sue associate sono stati tra i più convinti oppositori ai referendum del 12 e 13 giugno.



Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e i comitati locali che lo compongono hanno dunque contestato ogni appuntamento della Staffetta dell'Acqua. In ogni tappa i comitati per l'acqua pubblica erano molto più numerosi, colorati e rumorosi dell'evento stesso. Manifestazioni sempre allegre e pacifiche ma determinate ad informare i cittadini sulla mancata attuazione della volontà popolare e dei referendum e a sbugiardare gli ingannevoli messaggi pubblicitari di Federutility.



A Firenze la Questura ha incomprensibilmente deciso di denunciare 5 persone (guarda caso 5 referenti provinciali del comitato referendario) per violenza privata nei confronti del tedoforo Pietro Mennea. Una decisione insensata e volta solo a scoraggiare le contestazioni alle successive tappe della staffetta.



Così non è stato, tanto che gli organizzatori hanno preferito annullare gli ultimi due appuntamenti di Roma e Bari, dove i comitati territoriali erano di nuovo pronti alla contestazione, per evitare altre brutte figure e il totale naufragio di una iniziativa fallimentare dal punto di vista comunicativo. Un successo di tutti i comitati territoriali che si sono attivati nelle città in cui ha fatto tappa la staffetta.



Speriamo sia chiaro agli organizzatori della staffetta dell'acqua “privatizzata” che i cittadini italiani non sono più disposti a credere ai loro inganni: ormai è chiaro che Federutilty rappresenta quelle imprese che continuano a fare profitti sull'acqua e, mentre cercano di accreditarsi come sostenitori del referendum, in realtà ne ignorano (o boicottano) l'esito.



Ora gli amministratori e gli imprenditori che gestiscono il servizio idrico devono preoccuparsi solo di una cosa: dare seguito alla volontà espressa il 12 e il 13 giugno dalla maggioranza assoluta del Paese, portando l'acqua fuori dal mercato ed eliminando la possibilità di fare profitti sull'acqua, restituendo questo bene alla categoria dei beni comuni, cui naturalmente appartiene. Su acqua e referendum indietro non si torna: continueremo a lavorare fino alla completa ripubblicizzazione del servizio idrico.

venerdì 21 ottobre 2011

Seminario sulle battaglie per l’acqua dopo il voto referendario

SABATO 29 OTTOBRE 2011
ore 11.00 – 17.30
c/o Città del Sole – vico Giuseppe Maffei 18
NAPOLI

Segnaliamo il seguente seminario promosso da Attac Napoli, per ulteriori info cliccare sui seguenti link:  
attacnapoli.noblogs.org
www.attac.it

A Salerno il sindaco Pd svende l'acqua ai privati. Sinistra e Libertà complice della privatizzazione.

A Salerno il sindaco Pd svende l'acqua ai privati.


Principato-di-Salerno. Nonostante l'esito referendario e la netta vittoria dei SI (95%) alla gestione pubblica dell'acqua e contro i profitti sul bene comune più prezioso; nonostante la forte partecipazione alle urne da parte dei cittadini di Salerno (66%), ieri pomeriggio nella seconda città campana, in consulta è stata votata la cessione del servizio idrico integrato ad una società privata.

É proprio una giunta PD ad essere la prima d'Italia a consegnare il servizio idrico ad una società privata dopo i referendum e quindi a non rispettare la voce dei 27 milioni di italiani che si sono chiaramente espressi a giugno scorso.

Già nel febbraio del 1998, era stato il sindaco De Luca appena rieletto a trasformare formalmente l'allora municipalizzata in Società per azioni. Dal 2006, è di nuovo Vincenzo De Luca ad essere primo cittadino salernitano, e 13 anni dopo la trasformazione in Spa, ha fatto il passo successivo, la Salerno Sistemi Spa è stata ceduta dal Comune di Salerno alla Salerno Energia Spa, società di diritto privato che possiede quote di maggioranza in molte società per azioni in più settori. La Salerno Sistemi Spa diventa così una partecipata della Salerno Energia Spa. La società potrebbe essere usata molto facilmente dalla Salerno Energia per operazioni finanziarie di vario tipo, dato che il Comune ha rinunciato al controllo.

A Napoli, ad esempio tramite la net Service Spa, partecipata dell'Arin Spa, è stata acquistata la Marino Lavori Srl senza nemmeno che il Comune potesse intervenire sulla scelta. Ecco a che rischio viene esposta la Salerno Sistemi Spa, oltre ad essere soggetta più facilmente alla privatizzazione totale.

L'acqua salernitana è nelle mani di una grande holding, ha definitivamente smesso di essere considerato un diritto; è una merce a tutti gli effetti, uno dei mercati di questa holding.

L'atto di De Luca ci ricorda le scelte fatte da Rutelli che nel 1997, da sindaco di Roma, trasformava l'Acea in spa per cederne poi il 49% delle quote a Suez, Caltagirone e alla borsa di Milano. L'Acea era un'azienda speciale che forniva un buon servizio, oggi è una multinazionale presente in tanti mercati. É una multinazionale che pochi anni fa decise di investire nella telefonia mobile in Spagna insieme alla FIAT, senza condividere la decisione con il Comune di Roma, perse soldi pubblici perché l'investimento non andò a buon fine, e poi scelse di aumentare le tariffe dell'acqua per recuperare denaro perso.

Quello che Rutelli ha fatto in due anni e con la stessa giunta, De Luca lo ha fatto in 13 anni con giunte diverse.

Un altro dato da prendere in considerazione é che anche il consigliere di Sinistra e Libertà, Emiliano Torre, é complice di tutto ciò. Ha votato anche lui a favore della privatizzazione.

Non è la prima volta che il partito di Nichi Vendola è incoerente sulla questione dell'acqua.

Certo Sel ha aderito alla campagna referendaria sin dalla raccolta firma; ma in regione Puglia, la legge regionale votata non é quella che si era concordata con i comitati. Non si capisce bene in che tipo di azienda sarà trasformata “L'Acquedotto Pugliese Spa”, le società partecipate dovrebbero restare in mano ai privati, e la nomina del presidente del cda sarà cura del solo presidente della regione, cosa che potrebbe portare a giochi di potere e clientelismo. Come se tutto ciò non bastasse, Vendola rifiuta di rinunciare alla remunerazione del capitale investito non più previsto dalla legge.

Anche in regione Campania, l'anno scorso i comitati in difesa dell'acqua pubblica e promotori dei referendum sono stati traditi da Sel che sceglieva di far entrare il suo segretario provinciale Peppe De Cristofaro nel cda dell'Arin Spa.

In tutt'Italia, a livello locale, i processi di privatizzazione sono spesso avvenuti da giunte del PD, e anche dopo i referendum, la linea non è cambiata.

Preoccupante accorgerci che perfino chi pensavamo dalla nostra parte fa la stessa politica neo-liberista.

Ci tocca continuare la mobilitazione per difendere i beni comuni, per difendere il diritto all'acqua contro i profitti di investitori privati. Nello svolgere questa battaglia abbiamo contro di noi amministrazioni di centro destra e di centro sinistra.

Ci tocca difendere l'esito referendario con difficoltà, e difenderlo non significa difendere il diritto all'acqua, significa difendere la democrazia e la sovranità popolare. La voce dei cittadini non è vana e va rispettata.
 
RaphaelPepe -  Articolo tratto da acquabenecomune.org

Approfondimenti: qui

IL REFERENDUM VANIFICATO: L'ACQUA A RISCHIO

IL REFERENDUM VANIFICATO:L’ACQUA A RISCHIO
 
INCONTRO PUBBLICO
21 ottobre, ore 17,30
Sala Multimediale della Parrocchia del SS. Nome di Maria, Puccianiello,Caserta

Gli ATO saranno dismessi a fine del 2011 e di contro si è proposto di ratificare ATO5: una patente contraddizione all’interesse pubblico.
Non sono comprensibili le finalità di numerosi provvedimenti che sembrano in contrasto con la volontà dei cittadini espressa dal voto referendario.
I Comitati,le Associazioni, i cittadini sono invitati a partecipare

Relatori:Ciro Pesacane, Presidente del Forum Ambientalista
Alex Zanotelli, missionario comboniano
Introduce: Rosa Bonavolontà, Comitato Provinciale Beni Comuni, CE
Modera: Mariella Natale, ref.Comitato Provinciale Acqua Pubblica, CE
Coordina: Fabio Di Gioia, ref. Comitato Provinciale Beni Comuni,CE

Aderiscono: Comitato “Caserta Città di Pace”, Istituto Superiore di Scienze Religiose, ACLI CE, FP.CGIL, AUSER CE, Casa Zaccheo, Casa Rut, AGESCI-zona Caserta, FEDERCONSUMATORI CE, Scuola di Pace DON PEPPE DIANA Casal di Principe, ABC-Beni Comuni Aversa, Azione Cattolica Diocesana, LIPU Campania, Cittadinanza attiva, CONFEDERDIA Campania, LIBERA CE

Evento facebook clicca qui

mercoledì 19 ottobre 2011

Comunicato della Rete dei Comitati Cittadini per la Gestione Pubblica dell'Acqua di Ato 2 Campania

16 ottobre 2011

Il Comune di Napoli va verso la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, e intanto il Presidente dell'Ato2 della Campania, ripropone l'affidamento alla SpA in house.
 
Si è tenuta il 14 ottobre u.s. l'Assemblea dei Sindaci dell'Ente d'Ambito (ATO2), comprendente 136 Comuni di Napoli e Caserta, e le relative province. Molte le anomalie politiche riscontrate, ad esempio, le tante deleghe nelle mani del Vicepresidente Carlo Sarro, e l'assenza del delegato della provincia di Napoli al tavolo della Presidenza.

Il Comune di Napoli ha grande valore decisionale in Assemblea, il 38% ca, e i delegati del Sindaco erano tutti presenti. Ignorare che a Napoli si stia ripubblicizzando l'Arin SpA, trasformandola in un Ente di diritto pubblico, quale la futura " ABC Napoli Azienda Speciale", ove ABC sta per Acqua Bene Comune, com'è stato fatto dal Presidente di ATO2, Peppe Bruno, significa dare indirizzo e orientamento sbagliato all'andamento dell'incontro.

Lo stesso sconcerto è stato provato dai Comitati presenti, ma anche da chi sa bene come stanno le cose, quando il Presidente ha affermato nella sua relazione iniziale (non presente nemmeno nelle cartelline dei sindaci e/o dei loro delegati) che nel bocciare il secondo dei tre quesiti inizialmente proposti, la Corte Costituzionale confermava che l'affidamento si dovesse fare a società Spa, interpretazione del tutto erronea dei fatti.

Ci sembra di rivivere lo scenario del gennaio 2006, quando i Comitati, dopo aver ottenuto il ritiro della delibera che privatizzava il servizio idrico in ATO2 –delibera ritirata solo grazie al costante impegno dei Comitati Cittadini di Napoli, Caserta e di tante realtà nazionali - hanno ascoltato solo promesse.

E' finito il tempo delle attese, ora vanno rispettati i 27 milioni di elettori che hanno nettamente espresso la loro scelta di una gestione pubblica del servizio idrico integrato.

Auspichiamo che il Consiglio Comunale di Napoli metta al più presto in calendario l'approvazione della delibera di ripubblicizzazione dell'Arin e si dimettano i componenti del Consiglio Comunale dell'Ato2.

Rete dei Comitati Cittadini per la Gestione Pubblica dell'Acqua di Ato 2 Campania

A Salerno la giunta De Luca vota la privatizzazione e fa la multiutility!


A SALERNO L’ACQUA RESTA NEL MERCATO 

  

Il sistema mercantilistico ben rappresentato da tutto il consiglio comunale da “noi” eletto, ha approvato con 26 voti a favore (compreso il consigliere di SEL) e 6 contro, il passaggio delle quote della Salerno Sistemi S.p.a. alla Salerno Energia S.p.a. per evitare il fallimento della prima. 

Dopo l’esito referendario ci aspettavamo da un amministrazione di centro/sinistra, i voti contrari sono stati del PDL, il passaggio della gestione in favore di una azienda speciale pubblica (ente di diritto pubblico) con ripianamento del debito della S.p.a. (che anche se a completo capitale pubblico è solo un soggetto di diritto privato). 

Ci hanno continuamente rassicurato di star tranquilli perché non cambia nulla rispetto alla situazione precedente, ma è proprio questo il problema, continuiamo a gestire in forma privata ed entriamo in una holding al cui interno ha già una partecipazione privata al 40%. 

Si aprono scenari imprevedibili, in questa situazione non saremo mai tutelati da leggi comunitarie e nazionali che potrebbero imporre (e in alcune condizioni già ci sono) la messa a gara delle società che gestiscono i servizi pubblici in forma di S.p.a., e sappiamo che gli orientamenti sia di questo governo che dell’opposizione vanno verso le privatizzazioni. 

Per di più la nostra amministrazione non ha mai accolto, in ben 5 anni, la nostra richiesta di modificare lo statuto comunale dichiarando che l’acqua è un bene inalienabile e di non rilevanza economica, atto che ci avrebbe tutelato in qualche modo. 

La politica rinuncia al suo ruolo pubblico di difesa dei beni comuni e a difendere i principi riconosciuti innegoziabili dell’ultimo referendum e mantiene nel mercato privatistico, attraverso la s.p.a., la gestione del primario bene comune. 

In realtà, assistendo a tutto il consiglio comunale, abbiamo avuto conferma che di politica con la P maiuscola, quella che si occupa del bene comune e dei diritti, non è rimasto più nulla, abbiamo assistito alla riunione di un consiglio di amministrazione che gestisce un impresa. 

Naturalmente come comitato aspettiamo tutti gli atti di delibera per approfondire e seguire da vicino l’evoluzione della situazione. 

Comitato acqua pubblica Salerno

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venerdì 5 agosto 2011

Aumento delle tariffe, aumento della tensione


Resoconto popolare dell’assemblea dei sindaci dell’ATO 3

A cura del
COORDINAMENTO ACQUA BENE COMUNE DI MARIGLIANO

Lo scorso 2 Agosto si è tenuta la riunione dei sindaci dell’ATO 3. Dalla
discussione è emerso senza ombra di dubbio che l’affidamento della gestione del
servizio idrico integrato alla società GORI S.p.A è risultato, assolutamente
fallimentare, oneroso e con un danno alla collettività di milioni di euro. Eppure,
a dispetto delle conclamate evidenze, a più riprese evocate nei discorsi dei primi
cittadini, l’Assemblea, smentendo se stessa, ha approvato tutti i punti in
discussione all’ ODG, rivelandosi nella sua vera natura di baraccone politico. Si
è resa evidente da un lato, la scarsa propensione ad accogliere le istanze di chi
con i referendum si è espresso per una gestione totalmente pubblica dell’acqua e
dall’altro, la volontà di liquidare il problema del rapporto societario con la
GORI, come un dato già acquisito ed incontrovertibile, frutto malato ma
necessario, maturato in altri tempi per mano di altri amministratori.

Ato3 Sarnese-Vesuviano: ecco come i sindaci hanno votato l'aumento delle tariffe dell'acqua

di Raphael Pepe


Martedi 2 agosto, presso l'Hotel Holiday Inn a Napoli, alle ore 10, si é tenuta l'assemblea dei sindaci dell'Ato3 Sarnese-Vesuviano.

All'ordine del giorno, oltre all'aumento delle tariffe, c'era l'approvazione dei bilanci dell'Ato3 Sarnese Vesuviano per l'anno 2009; bilancio approvato senza che i sindaci avessero a disposizione tutti i dettagli, come ha fatto notare il sindaco di Cicciano. L'assemblea dell'Ato3, composta da sindaci, nel considerare una formalità l'approvazione di un bilancio ha tutte le caratteristiche del consiglio d'amministrazione di un'azienda privata, il che è preoccupante.

lunedì 1 agosto 2011

Nocera. Dopo l'incontro con il comitato per l'acqua il subcommissario si impegna a non votare l'aumento delle tariffe

Stamattina incontro al comune con il Sub-commissario dott. Auricchio, alla presenza di un folto gruppo di cittadini in vista dell’assemblea dei Sindaci di ATO3 di domani mattina. Sono stati presi due impegni ben precisi per l'assemblea di domani da parte del sub-commissario: 1) Azione per deliberare insieme agli altri sindaci disponibili una mozione che prenda atto dei referendum ed avvii con atti concreti la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato in ato3  2) Non approvazione della proposta di aumento delle bollette posta all’Ordine del Giorno dell’Assemblea. Domani mattina saremo presenti a Napoli e verificheremo se da parte dell'ente verranno rispettati gli impegni presi con i cittadini, soprattutto in relazione agli atti concreti per la ripubblicizzazione del SII. Aggiorneremo i cittadini sull'evoluzione degli eventi. Domani Appuntamento alle ore 8:30 alla stazione di Nocera per arrivare a Napoli e presenziare all'assemblea di ATO3 presso l'hotel HOLIDAY INN al centro direzionale

Nocera Inferiore 01 agosto 2011

Rete cittadina contro la privatizzazione dell'acqua - Nocera Inferiore