martedì 25 ottobre 2011

Il fallimento della Staffetta dell'Acqua: gli italiani non credono più alle bugie di Federutility


A partire dal mese di settembre Federutility ha organizzato la cosiddetta “Staffetta dell'Acqua” che partita da Genova nell'ambito del Festival dell'Acqua doveva toccare Reggio Emilia, Torino, Venezia, Ancona, Firenze, Potenza, Palermo, Udine, Assago, Milano, Roma e Bari.



La Staffetta dell'Acqua, definita “in continuità coi referendum”, ha avuto un fine truffaldino e mistificatorio. A Federutility aderiscono infatti molte Società per Azioni (anche quotate in borsa) che nulla hanno a che vedere con la gestione pubblica dell'acqua, essendo quelle che speculano e fanno profitti sull'acqua. Non a caso Federutility e le sue associate sono stati tra i più convinti oppositori ai referendum del 12 e 13 giugno.



Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e i comitati locali che lo compongono hanno dunque contestato ogni appuntamento della Staffetta dell'Acqua. In ogni tappa i comitati per l'acqua pubblica erano molto più numerosi, colorati e rumorosi dell'evento stesso. Manifestazioni sempre allegre e pacifiche ma determinate ad informare i cittadini sulla mancata attuazione della volontà popolare e dei referendum e a sbugiardare gli ingannevoli messaggi pubblicitari di Federutility.



A Firenze la Questura ha incomprensibilmente deciso di denunciare 5 persone (guarda caso 5 referenti provinciali del comitato referendario) per violenza privata nei confronti del tedoforo Pietro Mennea. Una decisione insensata e volta solo a scoraggiare le contestazioni alle successive tappe della staffetta.



Così non è stato, tanto che gli organizzatori hanno preferito annullare gli ultimi due appuntamenti di Roma e Bari, dove i comitati territoriali erano di nuovo pronti alla contestazione, per evitare altre brutte figure e il totale naufragio di una iniziativa fallimentare dal punto di vista comunicativo. Un successo di tutti i comitati territoriali che si sono attivati nelle città in cui ha fatto tappa la staffetta.



Speriamo sia chiaro agli organizzatori della staffetta dell'acqua “privatizzata” che i cittadini italiani non sono più disposti a credere ai loro inganni: ormai è chiaro che Federutilty rappresenta quelle imprese che continuano a fare profitti sull'acqua e, mentre cercano di accreditarsi come sostenitori del referendum, in realtà ne ignorano (o boicottano) l'esito.



Ora gli amministratori e gli imprenditori che gestiscono il servizio idrico devono preoccuparsi solo di una cosa: dare seguito alla volontà espressa il 12 e il 13 giugno dalla maggioranza assoluta del Paese, portando l'acqua fuori dal mercato ed eliminando la possibilità di fare profitti sull'acqua, restituendo questo bene alla categoria dei beni comuni, cui naturalmente appartiene. Su acqua e referendum indietro non si torna: continueremo a lavorare fino alla completa ripubblicizzazione del servizio idrico.

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