venerdì 5 agosto 2011

Ato3 Sarnese-Vesuviano: ecco come i sindaci hanno votato l'aumento delle tariffe dell'acqua

di Raphael Pepe


Martedi 2 agosto, presso l'Hotel Holiday Inn a Napoli, alle ore 10, si é tenuta l'assemblea dei sindaci dell'Ato3 Sarnese-Vesuviano.

All'ordine del giorno, oltre all'aumento delle tariffe, c'era l'approvazione dei bilanci dell'Ato3 Sarnese Vesuviano per l'anno 2009; bilancio approvato senza che i sindaci avessero a disposizione tutti i dettagli, come ha fatto notare il sindaco di Cicciano. L'assemblea dell'Ato3, composta da sindaci, nel considerare una formalità l'approvazione di un bilancio ha tutte le caratteristiche del consiglio d'amministrazione di un'azienda privata, il che è preoccupante.




Il sindaco di Roccapiemonte ha proposto una mozione per la diffida della Gori Spa, che come sostiene l'avvocato Montalto gode di un affidamento del tutto illegittimo per la gestione del servizio idrico integrato. Il sindaco di Castellammare Bobbio in prima persona si è opposto a questa mozione qualificandola “illegittima e irresponsabile”, e la maggioranza dei sindaci ha votato contro. La cosa grave è che una mozione del genere non ha generato un dibattito sulla questione e i sindaci hanno bocciato a prescindere senza cercare di capire la mozione.


Il punto dell’ordine del giorno più importante che trattava dell'aumento delle tariffe ha generato ben due ore di dibattiti.

In realtà la stessa presenza all'ordine del giorno di un punto come questo era già irrispettoso del voto popolare e degli esiti referendari.

Votando al 95% SÌ al secondo quesito, i cittadini italiani hanno abrogato l'art. 150 del decreto ambientale 2006 che prevedeva la remunerazione del capitale investito, esprimendosi contro i profitti sull'acqua. Anziché prendere in considerazione l'esito referendario e rivalutare le tariffe eliminando la remunerazione del capitale investito, l'Ato3 ha scelto addirittura di proporre un aumento del 20% delle tariffe.


Tra i grandi difensori di questo punto, i sindaci di Castellammare, Nola e Pomigliano.

C'è da soffermarsi sulle modalità del voto che ha permesso l’aumento. Sono stati proposti dai sindaci PDL di Nola e Pomigliano due emendamenti all’odg, uno dei quali proponeva di spartire l'aumento delle tariffe su due anni. Anziché aumentare le tariffe del 20% in una volta, l'emendamento di Nola proponeva di aumentare del 10% per l'anno 2011 e del 10% per l'anno 2012. Così facendo ovviamente, il secondo aumento verrà calcolato su una tariffa già incrementata, e l'aumento effettivo sarà in realtà del 21%.


Prima di passare al voto, il presidente Marrazzo ha insistito sul fatto che si sarebbero votati prima gli emendamenti e una mozione del sindaco di Portici e poi il punto 6 dell'ordine del giorno che riguardava l'aumento delle tariffe.

Così facendo è riuscito a generare confusione. In realtà approvando uno dei due emendamenti che erano delle modifiche del punto 6, veniva automaticamente approvato l'aumento delle tariffe.

Con l'approvazione di entrambi gli emendamenti, non era più necessario votare l'aumento effettivo perché veniva considerato scontato.

Dopo il voto della mozione del sindaco di Portici che proponeva uno di quei soliti “tavoli tecnici” che hanno come scopo di tenere buoni i comitati, il caro presidente Marrazzo annunciava: “è stato approvato il punto 6, si passi al punto 7”.

Solo a quel momento alcuni sindaci hanno capito quello che fosse successo, molti di loro avevano votato a favore dell'emendamento senza capire che così votavano l'aumento delle tariffe.

Tutti questi meccanismi, le mozioni presentate, lo svolgimento del voto erano sicuramente stati studiati a tavolino; forse in occasione di una riunione dei sindaci PDL di Ato3 svoltasi il 28 luglio, in vista dell'assemblea del 2 agosto. I sindaci di Nola e Pomigliano hanno proposto due emendamenti, il sindaco di Castellammare Bobbio ha insistito sul buon senso del sindaco di Nola dicendo tra l'altro: “non ci eravamo confrontati prima, ma devo dire che concordo del tutto con l'emendamento proposto”, il presidente Marrazzo ha esplicitamente ingannato chi non fosse al corrente del trucchetto, dicendo che si sarebbe votato il punto 6 subito dopo, ed il gioco era fatto.


Siamo caduti in una trappola insieme ai sindaci che volevano votare contro l'aumento. Sicuramente avremmo dovuto opporci allo svolgimento dell'assemblea sin dall'inizio, contestando l'ordine del giorno. Anche la non discussione della mozione Montalto era un serio motivo per contestare l'assemblea.


L'ato3 Sarnese vesuviano è il primo d'Italia ha votare l'aumento delle tariffe dopo l'esito referendario. Così votando, i sindaci di Ato3 hanno deciso di votare in favore dei soci privati e non in difesa dei cittadini di cui sono i rappresentanti.

Tra l'altro c'è da specificare che tra le proposte di molti dei sindaci, tra cui Bobbio in primis, c'era il taglio di posti di lavoro, anche se nessuna decisione è poi stata presa. Anziché rimettere in causa i profitti sull'acqua che sarebbero quasi del 20% nel caso della Gori, con un servizio che lascia a desiderare, i sindaci puntano il dito contro i lavoratori. Nel frattempo, molti comuni, come Nola, Cicciano, Marigliano, Gragnano hanno fatto investimenti per la manutenzione della rete idrica. Hanno speso soldi pubblici per una manutenzione che spettava alla Gori Spa.

I debiti al pubblico e i profitti al privato: questi sono i meccanismi delle aziende miste. Pur avendo una partecipazione del 51%, i comuni di ATO3 non hanno potere nel Cda e i sindaci fanno addirittura una politica a favore dei soci privati. Contenti Caltagirone e la multinazionale Suez.


Raphael Pepe (Attac Napoli – Comitato campano per l'acqua pubblica)
Fonte www.attacnapoli.noblogs.org

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