giovedì 3 marzo 2011

Guerra dell’acqua di Cochabamba e la nostra



Nell’aprile del 2000 migliaia di persone scendono in piazza e marciano a Cochabamba contro il governo costretto a revocare la legislazione sulla privatizzazione dell’acqua e il contratto con la multinazionale Bechtel.

Nel settembre 1999 il comune di Cochabamba, la terza città della Bolivia, firma un contratto con l’unico concorrente in gara per l’appalto del servizio idrico: la compagnia statunitense Bechtel assume la gestione del servizio idrico.

In base al contratto, il consorzio riceveva per trenta anni la concessione della captazione, trattamento e distribuzione dell’acqua nel territorio comunale. La concessione dava alla società il monopolio assoluto su ogni fonte d’acqua nella municipalità, inclusi i pozzi privati.

In poco tempo, il prezzo dell’acqua venne triplicato, fu imposto l’obbligo di acquisto di permessi per accedere alla risorsa e addirittura un sistema di licenze per la raccolta dell’acqua piovana. Mentre le condizioni precarie delle reti idriche e fognarie non hanno subito alcuna operazione di mantenimento o miglioramento. La spesa media dell’acqua arrivo' a toccare circa 12 dollari mensili, su un salario medio di 60 dollari.

Dopo un anno di gestione il 55% degli abitanti continuava a non avere accesso all’acqua.

Nell’aprile del 2000 centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a Cochabamba contro il governo, costretto a fare marcia indietro e a revocare la legislazione sulla privatizzazione dell’acqua.

Il contratto con la multinazionale Bechtel venne interrotto e il servizio idrico ripubblicizzato.

La vicenda, conosciuta come “Guerra dell’Acqua di Cochabamba”, ha assunto un alto valore simbolico nell’ambito delle lotte per la difesa dei beni comuni, dimostrando che la partecipazione popolare può portare ad esercitare una reale influenza sulle decisioni riguardanti la gestione della cosa pubblica.


Anche in Italia si sta svolgendo una "Guerra dell'acqua". Da un lato Federutility, Veolia, Suez, e dall'altro milioni di cittadini con la voglia di vivere in un mondo dove non tutto è merce e l'unica legge è quella del mercato. Un mondo un po' più democratico. Iniziando dall'acqua.

Nessun commento:

Posta un commento