Oro blu, Napoli vuole essere la capitale della ripubblicizzazione dell'acqua pubblica
Napoli come capitale dell'acqua pubblica. O almeno come città importante che vira sulla ripubblicizzazione della madre di tutti i beni comuni. L'amministrazione comunale in questo senso alimenta le speranze dei comitati. «La delibera votata dalla giunta – spiegano nel volantino i comitati – impegna il Comune a individuare, nei prossimi trenta giorni, una modalità di gestione del servizio idrico escludendo affidamenti di tipo imprenditoriale individuando strutture operative di carattere pubblico». Un buon traguardo ma che deve essere considerato come nuovo punto di partenza. Nessun tentennamento e intoppo temporale pretendono i comitati.
Consapevoli del fatto che la battaglia prosegue su due binari: le vertenze locali e la nazionale. Su quest'ultima una richiesta inamovibile: «il referendum abrogavo sul decreto Ronchi si devo svolgere entro il 2011 e non oltre».
Le virtù dell'acqua pubblica
Intanto i comitati ragionano sul traguardo ottenuto: «Ripubblicizzando l'acqua verrebbero sconfitti i tentativi di affidare ai privati, alle multinazionali ed anche ai poteri criminali la gestione del nostro bene». Ma al contempo mettono in guardia l'opinione pubblica su quello che potrà accadere: «Ci saranno tentativi di bloccare l'affidamento a una società pubblica che, a differenza di quelle private, non avrà l'obbligo di vantare profitto ma di tutelare, nell'interesse generale, un bene comune come l'acqua, di gestirlo con efficienza ed efficacia ma senza penalizzare i cittadini aumentando le bollette come invece sta succedendo in altre parti d'Italia (fino al 300%) oppure a discapito dei diritti dei lavoratori».
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