Appello alla mobilitazione per il 4 dicembre 2010
giornata di mobilitazione nazionale per l’acqua pubblica e la giustizia ambientale
Siamo i cittadini che vogliono l'acqua pubblica, quelli che credono che un bene universale fondamentale per la vita non debba essere affidato alle logiche del mercato e del profitto. Quelli che hanno contribuito a raccogliere quasi un milione e mezzo di firme per promuovere 3 referendum per l’abrogazione della legge Ronchi e la totale ripubblicizzazione dei servizi idrici.
In Italia l’importanza della questione acqua ha raggiunto nel tempo una forte consapevolezza sociale e una capillare diffusione territoriale, aggregando culture ed esperienze differenti e facendo divenire la battaglia per l’acqua il paradigma di un altro modello di società.
L’esperienza delle centinaia di comitati contro la privatizzazione dell’acqua, insieme alle associazioni, alle realtà di base e a quanti, a diverso titolo ma con l’obbiettivo comune di evitare la mercificazione dei beni comuni, ha permesso di contrastare i tentativi di espropriazione dell’acqua e di creare le condizioni per un reale processo di partecipazione diretta e difesa di un bene essenziale.
Una sottrazione al libero mercato che deve diventare riappropriazione sociale.
Bisogna estendere la riappropriazione sociale ad ogni sfera che attiene ai diritti, ai beni comuni naturali e sociali, non per affidarla ad una gestione pubblica appaltata a burocrati e tecnici spesso guidati da interessi che non sono quelli della collettività, bensì andare verso forme di gestione partecipative che tutelino i cittadini e i beni comuni.
Ma chi ci governa è allergico alla democrazia e si stanno accelerando i processi di privatizzazione ancor prima che i cittadini abbiano la possibilità di esprimersi con il referendum.
Per questo il 4 dicembre è indetta una giornata di mobilitazione nazionale da svolgersi sul territorio per ribadire la necessità di applicare una moratoria alle scadenze previste dalla “legge Ronchi” e per dire che se anche ci fossero le elezioni politiche anticipate bisogna comunque rispettare la volontà dei cittadini e indire i referendum nel 2011.
In Campania le decine di vertenze sull’acqua faranno sentire il loro voce ribadendo la volontà di riscatto dalle logiche clientelari e di profitto presenti nelle attuali gestioni del Servizio Idrico Integrato e per affermare che si scrive acqua ma si legge democrazia.
Sottrarre l’acqua alla logica del mercato equivale a riaprire uno spazio di democrazia dal basso per la giustizia sociale.
Sottrarre l’acqua alla logica del mercato significa a rovesciare il paradigma del profitto, un primo passo per rompere con la pervasiva mercificazione delle nostre vite in difesa dei beni comuni.
Beni comuni sono anche la salute, l’ambiente, il territorio, il lavoro e la formazione . Bene comune è la dignità calpestata nella nostra regione che ogni giorno viene devastata da scelte scellerate con la presenza di discariche, legali ed illegali, inceneritori (Acerra) e centrali a turbogas (Vigliena - San Giovanni), che stanno distruggendo le nostre città e le nostre campagne, inquinando aria e terra, con la mancanza di prospettive per il futuro dei giovani, di chi ha un lavoro e di chi lo vorrebbe.
L’acqua è infatti un paradigma della mercificazione. La logica del profitto privato contro gli interessi di tutti è pervade ogni aspetto della nostra società e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti anche sul nostro territorio: perdita di decine di migliaia di posti di lavoro nella scuola pubblica e soldi alle scuole private, emergenza rifiuti create ad arte per far guadagnare con discariche ed inceneritori, svendita del patrimonio pubblico, disoccupazione, precarietà.
La battaglia per l’acqua, per la sua riappropriazione sociale, per la sua gestione pubblica e partecipata, è di per se un valore che si inserisce in un orizzonte più vasto: quella della tutela dei diritti e dei beni comuni, della “Madre Terra” nostra casa comune!
La scelta del 4 dicembre infatti non è casuale, in quegli stessi giorni, a Cancun, in Messico, si svolgerà la 16° Conferenza delle Parti (COP16) indetta dall’ONU. Così come è avvenuto l’anno scorso a Copenaghen i Governi discuteranno su una delle grandi emergenze che il pianeta si trova ad affrontare: quella dei cambiamenti climatici.
Abbiamo deciso di unire la nostra voce a quella dei movimenti sociali che a Cancun e in tutto il mondo manifesteranno per dire che il cambiamento climatico si combatte con la giustizia sociale e ambientale. Perché crediamo che non bisogna cambiare il clima ma bisogna cambiare il sistema. Perché crediamo che se il clima fosse una banca l’avrebbero già salvato.
E’ indispensabile per rispondere alle emergenze ed alla deriva della democrazia del nostro paese, lavorare per affrontare i nessi tra vecchie e nuove lotte e mobilitazioni presenti ormai ovunque, con l’obiettivo di costruire un orizzonte comune ed un’altra narrazione della politica, a partire dalla sfida più grande che attende già oggi l’umanità tutta: la difesa della Madre Terra. Facciamo nostro l’obiettivo di contribuire a salvare la nostra casa comune, la nostra Terra Madre ed allo stesso tempo dare voce e forza a chi nella nostra regione, in Italia, sull’intero pianeta si batte giornalmente per la giustizia sociale ed ambientale, per costruire ora un altro mondo possibile. Ed è su queste considerazioni che facciamo appello a tutte le realtà territoriali, alle associazioni, ai gruppi di base, al mondo del lavoro e della precarietà, al mondo della formazione e dei saperi di partecipare alla manifestazione che abbiamo promosso per il 4 dicembre a Napoli con partenza da Piazza del Gesù. Nel pomeriggio a Piazza Dante il popolo dell’acqua e ed in difesa dei beni comuni si ritroverà per altre iniziative.
* Per la moratoria di ogni processo di privatizzazione dell’acqua.
* Perché il referendum si svolga nel 2011.
* Per la trasformazione delle gestioni dell’acqua attualmente in mano ai privati in gestioni che non siano a scopo di lucro.
* Perché vogliamo che il Comune di Napoli dia seguito alla delibera del 21 ottobre e trasformi l’ARIN da Società per Azioni ad azienda senza scopo di lucro.
* Perché vogliamo che nella nostra Regione sia previsto a chiare lettere che l'acqua è un diritto universale e non sottoposto alle leggi di mercato, che i beni comuni non possono essere trasformati in una merce su cui fare profitto e che su questi temi si decide tutti.
* Per unire la nostra voce alle mobilitazioni globali nei giorni del vertice dell’ONU sui cambiamenti climatici e chiedere giustizia ambientale e sociale.
* Per la giustizia ambientale e sociale perché siamo convinti che se il clima fosse stato una banca sarebbe già stato salvato.
Coordinamento Regionale Campano per la gestione pubblica dell’acqua
Per adesioni blogrefacquacampania@gmail.com
Prossima Riunione del Coordinamento Campano per la gestione pubblica dell'acqua martedì 23 novembre p.v. alle ore 18,00 presso la sede di Ingegneria senza Frontiere piazza Cavour, 38 - Napoli
avente all'odg:
organizzazione del 4 dicembre in Campania:
"per l'acqua pubblica, moratoria subito
referendum:diritto di voto nel 2011
verso Cancun , per la giustizia sociale e ambientale"
referendum:diritto di voto nel 2011
verso Cancun , per la giustizia sociale e ambientale"
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