martedì 20 aprile 2010

Dichiarazione della III Feria Internazionale dell'acqua per la Conferenza Mondiale dei Popoli sul Cambio Climatico e i diritti della Madre Terra


Dichiarazione della III Feria Internazionale dell'acqua per la Conferenza Mondiale dei Popoli sul Cambio Climatico e i diritti della Madre Terra

Il cambio climatico è il risultato di un modello produttivo estrattivo, depredatore e inquinante, che viene esaustivamente riassunto nello sfruttamento su larga scala delle miniere, del petrolio, del carbone, del gas e nella costruzione delle dighe, orientato a sostenere il consumo energetico dissipatore che include anche l'industria militare.

Dall'altra parte l'agricoltura industriale, che fomenta le monoculture e lo sfruttamento di enormi estensioni territoriali, acuisce il cambio climatico, emarginando la maggior parte dei popoli dalla scelte politiche e dal frutto del loro lavoro.
Queste attività si appropriano delle acque superficiali e sotterranee e distruggono gli ecosistemi generatori d'acqua; consumano acqua dolce in larga quantità, e la rimmettono nell'ambiente contaminata, compromettendo così il ciclo idrologico naturale.
Per rispondere a questo problema, causato dai Paesi industrializzati e dalle multinazionali, sono state proposte false soluzioni nella lógica del mercato: agrocombustibili, reforestazione per compensare gli effetti nell'atmosfera delle emissioni di diossido di carbonio, dighe per l'energia idroelettrica e l'energia nucleare, all'interno del così detto "Meccanismo di sviluppo pulito".

A tutto ciò si aggregano nuove proposte come il meccanismo di riduzione delle Emissioni per Deforestazione e Degradazione Evitata. A tutto questo, vengono aggiunte nuove "proposte", come il mecanismo di Riduzione delle Emissioni attraverso la riduzione di Deforestazione e Degradazione (REDD - Reducción de Emisiones por Deforestación y Degradación Evitada).

Questi meccanismi aggravano il problema climatico ed ambientale. Ma soprattutto, sono mezzi di riconoloizzazione territoriale che tolgono il diritto di uso e gestione dell'acqua, della biodiversità e del territorio alle comunità locali.

PROPONIAMO

1.Di promuovere la transizione dal modello economico basato sull'economia estrattiva, ad uno basato sui principi di solidarietà, giustizia, dignità, rispetto della vita, rciprocità, dignità, recuperando la visione andina dell'acqua come energia, essere vivo, fonte di vita, regalo della Pacha Mama, che per tanto non possa essere proprietà di nessuno

2.Revocare i permessi alle corporazioni multinazionali e nazionali, in particolare per ciò che concerne le imprese minerarie, petroliere, di monocoltivazioni, e di agroindustria e allevamento intensive: attività che consumano voracemente le riserve d'acqua per andare incontro alla crescente richiesta di consumo.

3.Esigere dai governi l'applicazione di politiche di stato che preservino il patrimonio naturale, i boschi, la biodiversità, accordo con l'equilibrio dell'ecosistema, puntando l'attenzione sulle tematiche dell'acqua, con particolare riguardo al riconoscimento dei diritti della Madre terra, dei beni comuni e all'acqua come diritto umano

4.Promuovere il recupero delle pratiche ancestrali nelle nuove tecnologie, alternative e millenarie, che siano giuste dal punto di vista ambientale e da quello sociale, e che favoriscano l'equilibrio nelle relazioni umane, soddisfando le necessità per il giusto vivere del popolo. Promuovere la èproduzione agricola organica, le opere igienico sanitarie in armonia con la nature e una gestione adeguata dei residui.

5.Esigere il riconoscimento ed il rispetto dei diritti delle popolazioni originarie, contadine e dei piccoli produttori, perchè siano loro garantiti i loro territorio, come maggiore garanzia per la preservazione dell'acqua e delle fonti che la generino. Solo così si potrà evitare le catastrofi del cambio ambientale, e prevenirle.

6.Rifiutare le false soluzioni al cambio climatico e andaré incontro alle vere necessità delle comunità.

7.Chiediamo dunque con forza ai nostri governi presenti alal Cumbre di Cochabamba, l'uscita dal Forum Mondiale dell'Acqua, che è istituzione che promuove la privatizzazione dell'acqua e gestita dalle multinazionali dell'acqua.

I partecipanti della III Feria dell'Acqua, riuniti in Cochabamba dal 14 al 18 aprile solidarizzano con la lotta del nostro popolo in difesa dell'acqua, in particolare salutiamo la resistenza del popolo dell'Honduras e la sua lotta per la democrazia. Sottolineamo che la giustizia climatica non è possibile senza una giustizia dell'acqua e che ci dichiariamo parte del movimento globale

Cochabamba 19 Aprile 2010

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