martedì 25 ottobre 2011

Comunicato Comitato Acqua Napoli su delibera trasformazione ARIN Spa in azienda speciale ABC Napoli


Mercoledi 26 ottobre si riunisce il Consiglio Comunale per votare la delibera di giunta del 23 settembre per l'istituzione dell'azienda speciale Acqua Bene Comune Napoli.

Finalmente dopo 7 anni di mobilitazione di contrasto alle politiche di privatizzazione del SII nell'Ambito territoriale ottimale Napoli-Caserta (ATO2) e grazie alla vittoria nei referendum dei 12 e 13 giugno scorsi arriviamo a poter salutare la trasformazione dell'ARIN Spa (società per azioni) in ABC Napoli, azienda speciale senza scopo di lucro e sottoposta alla pratica delle gestione dell'acqua quale Bene Comune. 
Arriviamo alla data del 26 ottobre, partendo dal 2004 quando i comitati per l'acqua pubblica di Napoli iniziarono una dura battaglia per evitare che l'acqua di circa 3 milioni di cittadini finisse nelle mani delle multinazionali.

Napoli è il primo esempio in Italia, a pochi mesi dal referendum, di riconversione da Spa in Azienda Speciale, esempio che speriamo sia seguito da altre amministrazioni.

Siamo però preoccupati per le sorti dei lavoratori e lavoratrici delle aziende controllate da ARIN e chiediamo all'amministrazione di chiarire la posizione che assumerà nei confronti di dette aziende, evitando in particolare che nel processo di trasformazione avvenga una dismissione delle attività attualmente in capo ad altre aziende ma inserite a pieno titolo nel sistema idrico integrato, come nel caso della Net Service Spa minacciata di cessione ad altro gruppo industriale.

Per i cittadini napoletani ed i comitati che hanno promosso i referendum è solo l'inizio, la sfida sarà nel garantire reale e sostanziale partecipazione nella gestione del Servizio Idrico Integrato da parte della comunità di cittadini e lavoratori.

Con la volontà dei 27 milioni di italiani che il 12 e 13 giugno hanno espresso il 95% dei Sì contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali (acqua, trasporti e rifiuti) e contro i profitti sull'acqua, continueremo a costruire reti con altri soggetti che si oppongono alle politiche neo liberiste che hanno prodotto l'attuale crisi economica.

E' solo l'inizio, i comitati continueranno a vigilare per la piena applicazione della volontà popolare.

Comitato Acqua Pubblica Napoli

Il fallimento della Staffetta dell'Acqua: gli italiani non credono più alle bugie di Federutility


A partire dal mese di settembre Federutility ha organizzato la cosiddetta “Staffetta dell'Acqua” che partita da Genova nell'ambito del Festival dell'Acqua doveva toccare Reggio Emilia, Torino, Venezia, Ancona, Firenze, Potenza, Palermo, Udine, Assago, Milano, Roma e Bari.



La Staffetta dell'Acqua, definita “in continuità coi referendum”, ha avuto un fine truffaldino e mistificatorio. A Federutility aderiscono infatti molte Società per Azioni (anche quotate in borsa) che nulla hanno a che vedere con la gestione pubblica dell'acqua, essendo quelle che speculano e fanno profitti sull'acqua. Non a caso Federutility e le sue associate sono stati tra i più convinti oppositori ai referendum del 12 e 13 giugno.



Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e i comitati locali che lo compongono hanno dunque contestato ogni appuntamento della Staffetta dell'Acqua. In ogni tappa i comitati per l'acqua pubblica erano molto più numerosi, colorati e rumorosi dell'evento stesso. Manifestazioni sempre allegre e pacifiche ma determinate ad informare i cittadini sulla mancata attuazione della volontà popolare e dei referendum e a sbugiardare gli ingannevoli messaggi pubblicitari di Federutility.



A Firenze la Questura ha incomprensibilmente deciso di denunciare 5 persone (guarda caso 5 referenti provinciali del comitato referendario) per violenza privata nei confronti del tedoforo Pietro Mennea. Una decisione insensata e volta solo a scoraggiare le contestazioni alle successive tappe della staffetta.



Così non è stato, tanto che gli organizzatori hanno preferito annullare gli ultimi due appuntamenti di Roma e Bari, dove i comitati territoriali erano di nuovo pronti alla contestazione, per evitare altre brutte figure e il totale naufragio di una iniziativa fallimentare dal punto di vista comunicativo. Un successo di tutti i comitati territoriali che si sono attivati nelle città in cui ha fatto tappa la staffetta.



Speriamo sia chiaro agli organizzatori della staffetta dell'acqua “privatizzata” che i cittadini italiani non sono più disposti a credere ai loro inganni: ormai è chiaro che Federutilty rappresenta quelle imprese che continuano a fare profitti sull'acqua e, mentre cercano di accreditarsi come sostenitori del referendum, in realtà ne ignorano (o boicottano) l'esito.



Ora gli amministratori e gli imprenditori che gestiscono il servizio idrico devono preoccuparsi solo di una cosa: dare seguito alla volontà espressa il 12 e il 13 giugno dalla maggioranza assoluta del Paese, portando l'acqua fuori dal mercato ed eliminando la possibilità di fare profitti sull'acqua, restituendo questo bene alla categoria dei beni comuni, cui naturalmente appartiene. Su acqua e referendum indietro non si torna: continueremo a lavorare fino alla completa ripubblicizzazione del servizio idrico.

venerdì 21 ottobre 2011

Seminario sulle battaglie per l’acqua dopo il voto referendario

SABATO 29 OTTOBRE 2011
ore 11.00 – 17.30
c/o Città del Sole – vico Giuseppe Maffei 18
NAPOLI

Segnaliamo il seguente seminario promosso da Attac Napoli, per ulteriori info cliccare sui seguenti link:  
attacnapoli.noblogs.org
www.attac.it

A Salerno il sindaco Pd svende l'acqua ai privati. Sinistra e Libertà complice della privatizzazione.

A Salerno il sindaco Pd svende l'acqua ai privati.


Principato-di-Salerno. Nonostante l'esito referendario e la netta vittoria dei SI (95%) alla gestione pubblica dell'acqua e contro i profitti sul bene comune più prezioso; nonostante la forte partecipazione alle urne da parte dei cittadini di Salerno (66%), ieri pomeriggio nella seconda città campana, in consulta è stata votata la cessione del servizio idrico integrato ad una società privata.

É proprio una giunta PD ad essere la prima d'Italia a consegnare il servizio idrico ad una società privata dopo i referendum e quindi a non rispettare la voce dei 27 milioni di italiani che si sono chiaramente espressi a giugno scorso.

Già nel febbraio del 1998, era stato il sindaco De Luca appena rieletto a trasformare formalmente l'allora municipalizzata in Società per azioni. Dal 2006, è di nuovo Vincenzo De Luca ad essere primo cittadino salernitano, e 13 anni dopo la trasformazione in Spa, ha fatto il passo successivo, la Salerno Sistemi Spa è stata ceduta dal Comune di Salerno alla Salerno Energia Spa, società di diritto privato che possiede quote di maggioranza in molte società per azioni in più settori. La Salerno Sistemi Spa diventa così una partecipata della Salerno Energia Spa. La società potrebbe essere usata molto facilmente dalla Salerno Energia per operazioni finanziarie di vario tipo, dato che il Comune ha rinunciato al controllo.

A Napoli, ad esempio tramite la net Service Spa, partecipata dell'Arin Spa, è stata acquistata la Marino Lavori Srl senza nemmeno che il Comune potesse intervenire sulla scelta. Ecco a che rischio viene esposta la Salerno Sistemi Spa, oltre ad essere soggetta più facilmente alla privatizzazione totale.

L'acqua salernitana è nelle mani di una grande holding, ha definitivamente smesso di essere considerato un diritto; è una merce a tutti gli effetti, uno dei mercati di questa holding.

L'atto di De Luca ci ricorda le scelte fatte da Rutelli che nel 1997, da sindaco di Roma, trasformava l'Acea in spa per cederne poi il 49% delle quote a Suez, Caltagirone e alla borsa di Milano. L'Acea era un'azienda speciale che forniva un buon servizio, oggi è una multinazionale presente in tanti mercati. É una multinazionale che pochi anni fa decise di investire nella telefonia mobile in Spagna insieme alla FIAT, senza condividere la decisione con il Comune di Roma, perse soldi pubblici perché l'investimento non andò a buon fine, e poi scelse di aumentare le tariffe dell'acqua per recuperare denaro perso.

Quello che Rutelli ha fatto in due anni e con la stessa giunta, De Luca lo ha fatto in 13 anni con giunte diverse.

Un altro dato da prendere in considerazione é che anche il consigliere di Sinistra e Libertà, Emiliano Torre, é complice di tutto ciò. Ha votato anche lui a favore della privatizzazione.

Non è la prima volta che il partito di Nichi Vendola è incoerente sulla questione dell'acqua.

Certo Sel ha aderito alla campagna referendaria sin dalla raccolta firma; ma in regione Puglia, la legge regionale votata non é quella che si era concordata con i comitati. Non si capisce bene in che tipo di azienda sarà trasformata “L'Acquedotto Pugliese Spa”, le società partecipate dovrebbero restare in mano ai privati, e la nomina del presidente del cda sarà cura del solo presidente della regione, cosa che potrebbe portare a giochi di potere e clientelismo. Come se tutto ciò non bastasse, Vendola rifiuta di rinunciare alla remunerazione del capitale investito non più previsto dalla legge.

Anche in regione Campania, l'anno scorso i comitati in difesa dell'acqua pubblica e promotori dei referendum sono stati traditi da Sel che sceglieva di far entrare il suo segretario provinciale Peppe De Cristofaro nel cda dell'Arin Spa.

In tutt'Italia, a livello locale, i processi di privatizzazione sono spesso avvenuti da giunte del PD, e anche dopo i referendum, la linea non è cambiata.

Preoccupante accorgerci che perfino chi pensavamo dalla nostra parte fa la stessa politica neo-liberista.

Ci tocca continuare la mobilitazione per difendere i beni comuni, per difendere il diritto all'acqua contro i profitti di investitori privati. Nello svolgere questa battaglia abbiamo contro di noi amministrazioni di centro destra e di centro sinistra.

Ci tocca difendere l'esito referendario con difficoltà, e difenderlo non significa difendere il diritto all'acqua, significa difendere la democrazia e la sovranità popolare. La voce dei cittadini non è vana e va rispettata.
 
RaphaelPepe -  Articolo tratto da acquabenecomune.org

Approfondimenti: qui

IL REFERENDUM VANIFICATO: L'ACQUA A RISCHIO

IL REFERENDUM VANIFICATO:L’ACQUA A RISCHIO
 
INCONTRO PUBBLICO
21 ottobre, ore 17,30
Sala Multimediale della Parrocchia del SS. Nome di Maria, Puccianiello,Caserta

Gli ATO saranno dismessi a fine del 2011 e di contro si è proposto di ratificare ATO5: una patente contraddizione all’interesse pubblico.
Non sono comprensibili le finalità di numerosi provvedimenti che sembrano in contrasto con la volontà dei cittadini espressa dal voto referendario.
I Comitati,le Associazioni, i cittadini sono invitati a partecipare

Relatori:Ciro Pesacane, Presidente del Forum Ambientalista
Alex Zanotelli, missionario comboniano
Introduce: Rosa Bonavolontà, Comitato Provinciale Beni Comuni, CE
Modera: Mariella Natale, ref.Comitato Provinciale Acqua Pubblica, CE
Coordina: Fabio Di Gioia, ref. Comitato Provinciale Beni Comuni,CE

Aderiscono: Comitato “Caserta Città di Pace”, Istituto Superiore di Scienze Religiose, ACLI CE, FP.CGIL, AUSER CE, Casa Zaccheo, Casa Rut, AGESCI-zona Caserta, FEDERCONSUMATORI CE, Scuola di Pace DON PEPPE DIANA Casal di Principe, ABC-Beni Comuni Aversa, Azione Cattolica Diocesana, LIPU Campania, Cittadinanza attiva, CONFEDERDIA Campania, LIBERA CE

Evento facebook clicca qui

mercoledì 19 ottobre 2011

Comunicato della Rete dei Comitati Cittadini per la Gestione Pubblica dell'Acqua di Ato 2 Campania

16 ottobre 2011

Il Comune di Napoli va verso la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, e intanto il Presidente dell'Ato2 della Campania, ripropone l'affidamento alla SpA in house.
 
Si è tenuta il 14 ottobre u.s. l'Assemblea dei Sindaci dell'Ente d'Ambito (ATO2), comprendente 136 Comuni di Napoli e Caserta, e le relative province. Molte le anomalie politiche riscontrate, ad esempio, le tante deleghe nelle mani del Vicepresidente Carlo Sarro, e l'assenza del delegato della provincia di Napoli al tavolo della Presidenza.

Il Comune di Napoli ha grande valore decisionale in Assemblea, il 38% ca, e i delegati del Sindaco erano tutti presenti. Ignorare che a Napoli si stia ripubblicizzando l'Arin SpA, trasformandola in un Ente di diritto pubblico, quale la futura " ABC Napoli Azienda Speciale", ove ABC sta per Acqua Bene Comune, com'è stato fatto dal Presidente di ATO2, Peppe Bruno, significa dare indirizzo e orientamento sbagliato all'andamento dell'incontro.

Lo stesso sconcerto è stato provato dai Comitati presenti, ma anche da chi sa bene come stanno le cose, quando il Presidente ha affermato nella sua relazione iniziale (non presente nemmeno nelle cartelline dei sindaci e/o dei loro delegati) che nel bocciare il secondo dei tre quesiti inizialmente proposti, la Corte Costituzionale confermava che l'affidamento si dovesse fare a società Spa, interpretazione del tutto erronea dei fatti.

Ci sembra di rivivere lo scenario del gennaio 2006, quando i Comitati, dopo aver ottenuto il ritiro della delibera che privatizzava il servizio idrico in ATO2 –delibera ritirata solo grazie al costante impegno dei Comitati Cittadini di Napoli, Caserta e di tante realtà nazionali - hanno ascoltato solo promesse.

E' finito il tempo delle attese, ora vanno rispettati i 27 milioni di elettori che hanno nettamente espresso la loro scelta di una gestione pubblica del servizio idrico integrato.

Auspichiamo che il Consiglio Comunale di Napoli metta al più presto in calendario l'approvazione della delibera di ripubblicizzazione dell'Arin e si dimettano i componenti del Consiglio Comunale dell'Ato2.

Rete dei Comitati Cittadini per la Gestione Pubblica dell'Acqua di Ato 2 Campania

A Salerno la giunta De Luca vota la privatizzazione e fa la multiutility!


A SALERNO L’ACQUA RESTA NEL MERCATO 

  

Il sistema mercantilistico ben rappresentato da tutto il consiglio comunale da “noi” eletto, ha approvato con 26 voti a favore (compreso il consigliere di SEL) e 6 contro, il passaggio delle quote della Salerno Sistemi S.p.a. alla Salerno Energia S.p.a. per evitare il fallimento della prima. 

Dopo l’esito referendario ci aspettavamo da un amministrazione di centro/sinistra, i voti contrari sono stati del PDL, il passaggio della gestione in favore di una azienda speciale pubblica (ente di diritto pubblico) con ripianamento del debito della S.p.a. (che anche se a completo capitale pubblico è solo un soggetto di diritto privato). 

Ci hanno continuamente rassicurato di star tranquilli perché non cambia nulla rispetto alla situazione precedente, ma è proprio questo il problema, continuiamo a gestire in forma privata ed entriamo in una holding al cui interno ha già una partecipazione privata al 40%. 

Si aprono scenari imprevedibili, in questa situazione non saremo mai tutelati da leggi comunitarie e nazionali che potrebbero imporre (e in alcune condizioni già ci sono) la messa a gara delle società che gestiscono i servizi pubblici in forma di S.p.a., e sappiamo che gli orientamenti sia di questo governo che dell’opposizione vanno verso le privatizzazioni. 

Per di più la nostra amministrazione non ha mai accolto, in ben 5 anni, la nostra richiesta di modificare lo statuto comunale dichiarando che l’acqua è un bene inalienabile e di non rilevanza economica, atto che ci avrebbe tutelato in qualche modo. 

La politica rinuncia al suo ruolo pubblico di difesa dei beni comuni e a difendere i principi riconosciuti innegoziabili dell’ultimo referendum e mantiene nel mercato privatistico, attraverso la s.p.a., la gestione del primario bene comune. 

In realtà, assistendo a tutto il consiglio comunale, abbiamo avuto conferma che di politica con la P maiuscola, quella che si occupa del bene comune e dei diritti, non è rimasto più nulla, abbiamo assistito alla riunione di un consiglio di amministrazione che gestisce un impresa. 

Naturalmente come comitato aspettiamo tutti gli atti di delibera per approfondire e seguire da vicino l’evoluzione della situazione. 

Comitato acqua pubblica Salerno

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